chiesa san rocco confessore di barzana
La Chiesa Parrocchiale
Non si conosce l’origine della costruzione primaria, ma la data ante qua non di costruzione deve essere posta al 1344 , data dell’erezione della Chiesa di Palazzago (Parrocchia a cui Barzana fu a lungo sottoposta), in cui non vengono nominate altre costruzioni dipendenti.
Si trova nominata per la prima volta il 24 aprile 1492 in un testamento rogato dal notaio Giovanni Violeni.
Fu probabilmente edificata subito dopo un’epidemia, come tradisce la dedicazione a San Rocco e San Sebastiano, due protettori della peste; tra il 1344 e il 1492, epoca in cui fu costruita la nostra parrocchiale, si annoverano negli annali infatti almeno 14 anni di pestilenze. Nel titolo di fondazione si ricordano inoltre i Santi Filippo e Giacomo, che però scomparvero presto sia dalla dedicazione che dall’iconografia. In data odierna resta solo la dicitura di San Rocco.
Inizialmente la Chiesa non possedeva un parroco, ma sottostava alla Parrocchia di Palazzago, che dipendeva dal Monastero di Pontida e non era sottoposta ad alcuna pieve; Gli abitanti di Palazzago eleggevano il curato che doveva presiedere la Santa Messa a Barzana. Nel 1577 viene annoverata tra le chiese della Parrocchia di Almenno san Bartolomeo, testimoniando una divisione del territorio tra le due parrocchie.
Dopo la prima citazione dell’edificio nel 1492, abbiamo notizia di sistemazione nel 1526-1527 a nome dei “Sindaci” della Chiesa. Nel 1557-1658 la chiesa venne ricostruita, su richiesta alla Curia di Don Giacomo Barbaglio, parroco di Almenno; non vi sono notizie dirette dell’intervento, ma nel 1702 si ha notizia di una costruzione con tetto a volta, pavimento in cotto, due porte con acquasantiera, una finestra con lamine in vetro e un confessionale vicino alla porta maggiore. Fu ordinato inoltre un sepolcro per i sacerdoti nel presbiterio, dove nel recente passato, durante dei lavori, fu collocata la caldaia e vi furono trovate causalmente le ossa.
Nel corso del XIX secolo la chiesa venne più volte modificata: serramenti, finestre, stucco e navata furono oggetto di lavoro per Giuseppe Fagiani di Ponte san Pietro nel 1835; il 28 luglio 1858 Tommaso Comolli iniziò un ulteriore restauro sia interno che esterno.
Nel 1868 da un verbale della visita vicariale si denuncia la situazione di rovina della Chiesa a causa della forte umidità e viene rifatto il tetto. Nel 1869 venne ridotto lo spessore della muraglia e nel 1871 venne restaurato il pavimento, rappezzato poi anche nel 1875. Un secondo intervento al tetto fu necessario nel 1876.
Altre non meglio precisate opere da svariati capimastri, ingegneri ed architetti furono portate avanti nel 1882, 1883 e 1890 (quest’ultima relativamente al campanile).
Dopo la sistemazione della volta e la creazione della cupola e lucerna nel 1892, nei primi anni del ‘900 si registrarono varie spese per restauri, anche di affrescatura ed indoratura.
Dopo svariati piccoli interventi, il più lungimirante vide la luce nel 1944 ad opera dell’architetto Sandro Angelini di Bergamo: si trattava di un’opera di ampliamento, che non fu però mai realizzata; possediamo tuttavia i disegni dei progetti.
Nel 1968 venne dotata di riscaldamento e negli anni ‘70 ed ‘80 vennero portati avanti altri interventi. Idata odierna avvenne prima il restauro conservativo degli esterni nel 1999-2000 e poi recentissimo intervento di restauro degli interni voluto da Don Fabrizio Polini nel 2018-2019.
Il Campanile
La torre campanaria esisteva già nel 1575 da come si evince da un documento; sappiamo che nel 1662 aveva una campana, che nel 1844 fu realizzata un’apertura e che nel 1880 e nel 1924 vi furono eseguiti lavori di restauro. Nel 1948 il campanile venne sopraelevato su disegno dell’ingegner Luigi Angelini, portandolo all’odierna altezza di 32 metri. Le campane, ora ben otto, furono elettrificate nel 1993.
LA CHIESINA DELL’IMMACOLATA PRESSO LA PARROCCHIALE
Nel 1883 venne modificato il vano est delle Parrocchiale, antica sagrestia, trasformandolo in chiesina, dedicata all’Immacolata.